indirizzo: via Cigna angolo via Valprato
Un concentrato di memoria industriale e innovazione: costruito dove sorgevano le Officine Iveco Telai, è dominato dalla suggestiva tettoia Porcheddu, ospita opere delle Accademie d'Arte di tutta Italia ed è dotato di attrezzature sportive e di un'area gioco a forma di cratere lunare, progettata con i bambini. Inaugurato di recente, è già tra i luoghi più amati.
indirizzo: piazza Foroni
Una delle piazze più antiche del quartiere, sede del mercato rionale fin dagli anni Trenta. Questo triangolo nel cuore di Barriera è una sorta di "Little Puglia" torinese. A ricordarcelo è il nome mutato in piazzetta Cerignola e l'icona della S.S. Maria di Ripalta in un angolo della piazza, fulcro della festa patronale che ogni anno si svolge all'inizio dell'estate. La festività vanta una lunga tradizione per il quartiere iniziata più di sessanta anni fa.
indirizzo: via Malone 19
Impossibile non notare questo edificio maestoso e imponente sorto agli inizi del Novecento, con il suo stile romanico-bizantineggiante e il campanile ottagonale ricostruito dopo i bombardamenti del 1943.
indirizzo: corso Vercelli, 141
A ricordar gli antichi fasti settecenteschi di questa cascina è rimasto il loggiato in stile neo-classico. Oggi la struttura ospita un polo culturale e, nel cortile esterno, opere murarie dedicate al tema della legalità.
indirizzo: piazza Crispi
Sorgeva qui la barriera che diede il nome al quartiere, con gli edifici daziari per il controllo delle merci in entrata in città. E da qui, ancora oggi, si può osservare l'affascinante scheletro delle Officine Grande Motori, un pezzo importante della storia torinese.
indirizzo: Via Valprato 68
Cemento, vetro e mattoni rossi per questo splendido complesso che ha vissuto tante vite quanto quelle della città. Da scalo ferroviario per lo stipaggio delle merci (si vedono ancora i binari!), a simbolo del nightclubbing e della Torino underground negli anni '80-'90 e oggi spazio creativo con sale di registrazione, showroom di moda, studi di artisti e produzioni video. Per una sosta rigenerante, fermatevi all'Amen Bar.
Culla della scena musicale alternativa torinese che ha reso famosa la Torino degli anni Novanta, i “Docks” sono caratterizzati da una struttura estremamente suggestiva che è sopravvissuta intatta alle grandi trasformazioni del quartiere circostante: oggi ospitano sale di registrazione, studi di architettura e design, negozi di abbigliamento, spazi per l’arte. Quelli che vi troverete davanti sono i Docks Dora un vecchio complesso di magazzini generali in origine collegato alla ferrovia Torino-Milano. Varcate la soglia della grande entrata e immergetevi nell’atmosfera che la abita, vi accorgerete di entrare in un mondo a parte. I Docks si rivelano soltanto una volta all’interno e sembrano un po’ un piccolo paese: sulla destra c’è ancora il gabbiotto della portineria e al fondo i binari ferroviari. Di fianco un vecchio vagone non più utilizzato, al confine tra la barriera del mondo che è stato e il limitare del mondo che è.
La struttura in mattoni, calcestruzzo armato e vetrate, serviva a custodire beni alimentari, a produrre liquori e dolci e a rifornire di ghiaccio tutta Torino. La data della sua costruzione è impressa all’ingresso: 1912, in concomitanza con l’evolversi della edificazione della cinta daziaria.
indirizzo: Via Santhià, 25
Occupa l'area di un intero isolato questa scuola del 1915. Da ammirare le facciate di pregio e il cortile interno con lo storico rifugio antiaereo. All'interno potete trovare dieci opere realizzate ad hoc dagli artisti del quartiere.
Una scuola sotto le bombe: durante la seconda guerra mondiale venne allestito un rifugio antiaereo nei sotterranei. Servì alla popolazione in genere ma, in particolare, ospitò gli impiegati della FIAT che di giorno lavoravano all'interno dell'edificio scolastico.
L'accesso al rifugio è attraverso una porta corazzata che si trova lungo il corridoio dei sotterranei. Grosse travi in legno sono ancora ben visibili sul soffitto: impiegate perché più elastiche e resistenti di altri materiali. Le sale che componevano il rifugio sono ancora tutte ben conservate nonostante siano passati più di sessant'anni dal loro ultimo utilizzo. Un basso cunicolo di cemento collegato ad un pozzo rotondo sale verso un tombino del cortile. Era probabilmente una via di fuga alternativa.
indirizzo: piazza Bottesini
Un'esplosione di verde in questa piazza che fa da ponte tra la vecchia e la nuova Barriera, oggi spazio di sperimentazione per i più intraprendenti artisti del quartiere.
indirizzo: corso Vercelli angolo via Verres
sito: Museo Torino
Dove corso Vercelli incontra via Verres, alzate il naso all’insù per ammirare la facciata e il bovindo di questa palazzina, uno dei numerosi esempi di architettura liberty in quartiere.
indirizzo: via Banfo, 32
contatti: tel: 011 852641
Edificata nel 1905 quando ancora questa parte del quartiere si chiamava "Monte Bianco", la Pestalozzi è un pezzo di storia: il suo Museo Scolastico racconta attraverso i cimeli la cultura del Novecento.
La scuola elementare Pestalozzi fu costruita dove sorgeva la cinta daziaria che delimitava l’ingresso alla città. La costruzione, approvata dalla Giunta Comunale nel 1904, fu decisa a seguito del fatto che, in quella zona, circondata da industrie di nuovo insediamento, vi era stato un grande incremento della popolazione e i bambini in età scolare erano costretti a percorrere un lungo tratto per raggiungere il più vicino edificio scolastico. L’edificio, di tre piani fuori terra, un cortile e la palestra, fu inizialmente denominato genericamente Barriera di Milano, solo in seguito assunse l’attuale denominazione Gian Enrico Pestalozzi; anche la via sulla quale si affacciava era allora denominata via Monte Bianco, mentre dopo la seconda guerra mondiale prese il nome di via Antonio Banfo (operaio della Fiat Grandi Motori ucciso dai fascisti). Nel 1929 la scuola fu ampliata con la costruzione di un avancorpo a tre piani verso la via Banfo.